Intervento di Mastopessi può correggere la ptosi mammaria?

Intervento di Mastopessi può correggere la ptosi mammaria?

Posso dirti  senza dubbio che il seno è il protagonista principale della chirurgia estetica. Moltissime sono le richieste di migliorarlo.
Le donne che entrano nel mio studio, sono solite lamentare tre condizioni:

  • un seno troppo piccolo. Vorrebbero allora ingrandirlo. La soluzione è la mastoplastica additiva.
  • Un seno troppo grande. Vorrebbero allora rimpicciolirlo. La soluzione è la mastoplastica riduttiva.
  • Un seno basso e svuotato. Ovvero in una condizione di “ptosi mammaria”. Vorrebbero quindi rialzarlo e talvolta anche riempirlo. La soluzione è l’ intervento di mastopessi, che può essere  senza protesi oppure di aumento (con protesi).

E’ proprio di questa terza condizione che ti vorrei parlare in questo articolo.

Cos’è la “ptosi mammaria”?

Il seno, visto lateralmente,  ha una forma che richiama vagamente quasi il profilo di una pera, con volume leggermente maggiore nella parte inferiore al capezzolo, il quale è posizionato centralmente e punta in avanti.

Questa almeno dovrebbe essere la forma di un seno in posizione ideale. E’ il seno tipico dell’adolescenza e giovinezza pre-gravidica. Capita però, non di rado, che questa forma ottimale cambi nel tempo.

L’invecchiamento della mammella, che si intensifica a partire dalla  menopausa, è sicuramente uno dei motivi che naturalmente causano significativi mutamenti nella forma del seno. A questo se ne affiancano altri, che potremmo dire “indotti” di cui ti parlo in dettaglio tra poco.

Se il cambiamento fosse ancora lieve o lo si volesse prevenire, esistono piccoli trucchetti che potrebbero aiutare. Il più importante dei quali è usare regolarmente il reggiseno.

Vediamo ora in cosa consiste la “ptosi mammaria”.

La “ptosi mammaria” non è altro che il mutamento della forma del seno, con un forte aumento della componente verticale. Insomma il classico seno in cui si è persa compattezza e tende ad essere più o meno disceso o cadente.

La condizione  di “ptosi” può presentarsi  accompagnata da ipertrofia mammaria. Ovvero  da un seno di dimensione, e quindi peso, importante. Ma può avvenire anche su chi ha un seno piccolo, associata quindi ad una ipotrofia mammaria. In quest’ultimo caso il seno ha il tipico aspetto che spesso viene definito dalle pazienti come “sacchetto svuotato”.

“Ptosi mammaria”: cause.

La “ptosi mammaria” è una condizione naturale che più comunemente  si presenta con l’età e ha inizio attorno ai  35/40 anni. Ci sono però donne che  la presentano anche in giovane età.

Per capire meglio, eccoti allora le cause più comuni.

  • Volume importante. Un seno grande, e quindi pesante, non riesce ad essere sorretto dalla pelle e dai legamenti. Questa è la ragione per cui tende ad essere un seno anche abbastanza disceso. E’ esperienza di qualsiasi adolescente con taglie dalla quarta-quinta in su.
  • Sbalzi importanti di peso. Quando il seno aumenta rapidamente si ha uno stiramento delle strutture deputate a tenerlo compatto, vale a dire l’involucro cutaneo e dei legamenti presenti attorno e nel tessuto ghiandolare. Quando poi si assiste ad una diminuzione di volume mammario, tali strutture precedentemente “stirate”, potrebbero non avere l’elasticità necessaria per seguire la riduzione del tessuto ghiandolare e quindi rimanere un poco lasse. Questo fa venire meno la loro funzione di supporto e quindi il seno scende.
  • Gravidanza/allattamento. Questo è sicuramente un periodo ricco di significati: una nuova vita ha inizio. Tale importante evento reca con sè un qualche “effetto collaterale”. Il corpo della neomamma, come è ben noto a tutti, aumenta di peso e cambia forme. La ghiandola mammaria, stimolata dagli ormoni,  aumenta di volume anche per prepararsi all’allattamento. Aumento che è solitamente momentaneo. Ciò significa che dopo il parto o, ancora di più, dopo l’allattamento, si avrà il percorso inverso: il seno si ridimensionerà.  E qui rientriamo nella spiegazione fornita nel paragrafo precedente.
  • Menopausa. Ecco un altro periodo ricco di cambiamenti nella vita di una donna. Mi focalizzo solo sul seno, il quale cambia la sua composizione.
    • Gli estrogeni, che rendono la donna fertile, iniziano ad essere prodotti in quantità sempre minori.
    • La ghiandola mammaria, delegata alla produzione del latte e che rappresenta parte importante del volume della mammella, si atrofizza rimpicciolendosi.
    • La parte adiposa aumenta a controbilanciare la riduzione ghiandolare. Talvolta anche in modo importante. E’ un seno quindi meno ghiandolare ma più grasso. Ciò ha un effetto significativo sulla sua consistenza che decresce.
    • Se poi consideriamo che l’involucro cutaneo ed il sistema fascio-legamentoso perdono elasticità, e quindi funzione di supporto,  si capisce come il seno appaia disceso e svuotato.

Se ti trovi in questo particolare periodo della vita, forse potrebbe interessarti anche: “Come ridurre il seno in menopausa: cosa funziona veramente?”.

Ci sono poi quelle che io definirei più concause. Ovvero cattive abitudini, alcune delle quali favoriscono l’invecchiamento cutaneo precoce. Esse tendono ad accelerare le cause che portano a modificare la pelle che racchiude il seno rendendola incapace di contenere e sorreggere. Sono per lo più:

    • Mancata regolarità nell’uso del reggiseno, anche di notte (reggiseno morbido). Questo è fondamentale.
    • Fumo.
    • Cattiva alimentazione. La qualità della nutrizione è fondamentale  per rallentare il processo di invecchiamento, e ciò vale sicuramente anche per la pelle.

 “Ptosi mammaria”: i 3 gradi

Il cambiamento della forma del seno causata dalla “ptosi mammaria” può essere più o meno evidente.
Si passa da un seno comunque accettabile ad un seno che ha perso la sua forma, il suo volume e la sua consistenza.
Come detto in precedenza, un seno in posizione corretta, quindi con assenza di “ptosi”, rimane alto e compatto, con il capezzolo in posizione frontale, due o tre centimetri al di sopra del solco sottomammario.
Quando la “ptosi” si manifesta, la si classifica in gradi:

  1. Lieve o di grado 1.
    1. I capezzoli sono allineati al solco sottomammario.
    2. La mammella scende al di sotto del solco sottomammario fino ad un paio di  centimetri.
  2. Moderata o di grado 2.
    1. I capezzoli sono al di sotto del solco sottomammario.
    2. La mammella scende al di sotto del solco sottomammario per tre- quattro di centimetri di solito.
  3. Severa o di grado 3.
    1. I capezzoli sono al di sotto del solco sottomammario, ma ora cambiano  anche direzione: guardano verso il basso, non più in avanti.
    2. La mammella scende al di sotto del solco sottomammario oltre i quattro di centimetri.

Vorrei segnalare anche l’esistenza di una condizione chiamata “pseudoptosi”, il seno scende oltre il solco mammario, ma il capezzolo ne rimane  sopra. Tende inoltre a gurdare leggermente verso l’alto adesso.  In pratica il seno appare come svasato, con gran parte del suo volume sotto il capezzolo.
Ovviamente alla discesa della mammella corrisponde uno svuotamento nella parte alta, che non ha più il 45-50% circa di volume, ma molto meno. Nei casi più gravi, manca proprio di volume, rimanendo sostanzialmente solo pelle. Ne consegue che il seno sembra una borsetta semivuota.

Come risolvere la “ptosi mammaria”: l’intervento di mastopessi

La chirurgia delegata a risolvere il problema della “ptosi mammaria” è denominata mastopessi.

Questa operazione si prefigge di rimodellare la mammella ottimizzandone il volume. Ovvero eliminando la pelle in eccesso, e lasciando solo quella necessaria a contenere la ghiandola mammaria. Perchè il risultato sia ottimale, si riposiziona anche il capezzolo che torna in posizione frontale e ben sopra il solco inframammario. L’intervento di mastopessi migliora significativamente la forma del seno. Inoltre lascia cicatrici ben nascoste da reggiseno o costume.

Ti ricordo ancora che la “ptosi mammaria” è dovuta in buona parte dei casi al cedimento della pelle sotto il peso di un seno spesso abbondante, o divenuto tale per poi “sgonfiarsi”. Purtroppo la qualità della pelle, ormai deteriorata, non si può cambiare o rinnovare.  E’ possibile solo rimuoverne l’eccesso.

Capirai facilmente che rimarrà comunque più debole di una pelle “sana” e quindi  meno capace di sostenere pesi. E’ per questo che l’intervento di mastopessi, di preferenza non dovrebbe prevedere l’addizione di altro volume (e quindi peso aggiuntivo), ma solo il mantenimento di quello già presente.

Ci sono però casi, in cui il seno scende ma è anche di moderate dimensioni. L’esigenza di aumentare il volume rimasto può essere comprensibile. Si può effettuare allora la chirurgia detta mastopessi di aumento, ovvero inserire una protesi per riempire il nuovo seno. Sono le stesse  protesi usate per la mastoplastica additiva. Tuttavia le dimensioni devono essere necessariamente  ridotte per non creare troppo stress e accelerare nuovamente la discesa del seno.

Per integrare quanto detto in quest’ultimo paragrafo potresti leggere:  “Seno cadente? Scopri i 5 consigli che ti do su come rassodarlo”.

Se invece credi di aver bisogno di una mastopessi e vuoi capire quale’ è la versione più adatta a te, può essere una buona idea leggere:“Mastopessi con protesi o senza protesi? I pro e i contro”

Per approfondire l’intervento di mastopessi in generale e le sue indicazioni, ti consiglio: “Scopri l’intervento di Mastopessi!”.

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