Sicuramente mi capisci quando ti dico che il seno della donna incide, forse più di ogni altra parte del corpo, sulla sua femminilità. In senso positivo, ma anche negativo. Ecco perchè sono molte le pazienti che mi chiedono di migliorarlo. Il tema centrale dell’articolo di oggi verte sul come farlo apparire più bello quando fosse disceso. E, in particolare, sui tempi di recupero una volta eseguito l’intervento.
Non è raro per me accogliere donne che lamentino un seno sceso e vuoto. Spesso non interessa loro tanto aumentarlo, quanto riportarlo a una posizione più alta e piena. Sono quindi interessate a una Mastopessi. Questa chirurgia “transgenerazionale” può essere la risposta comune a diverse situazioni. Se vuoi capire brevemente di cosa si tratta, ti rimanderei al mio sito. Le dedico una sessione. Se invece vuoi approfondire questa, ma anche le altre chirurgie al seno, ti offro qui la possibilità di scaricare il mio libro: “Mastoplastica Moderna” gratuitamente.
In tali situazioni ingrandire non è la priorità. Tuttavia talvolta mi viene chiesto di farlo. Parliamo allora di Mastopessi d’aumento. I tempi di recupero sono simili.
Mastopessi additiva o di aumento
Mira a combinare il riposizionamento del seno col suo aumento volumetrico grazie all’inserimento di una piccola protesi.
La discesa e lo svuotamento possono avvenire per diversi motivi e a qualunque età. Risulta quindi una chirurgia che ha molte variabili, ma un obiettivo certo: un seno nuovamente “da mostrare”, fosse anche solo a se stesse.
Per chi?
La paziente tipo non esiste. Esistono piuttosto diverse categorie di donne che potrebbero essere interessate a risolvere il problema:
- Coloro che vedono le mammelle vuote e basse semplicemente per l’età che passa. Tutto il corpo cambia e si evolve nel tempo. Come? Focalizzo la mia risposta su questa parte specifica in: “I cambiamenti del seno nel tempo”. Inoltre, con la menopausa, cambia la composizione del seno e l’adipe tende ad aumentare rispetto al tessuto ghiandolare. Ciò si ripercuote certamente sulla consistenza della mammella che diventa meno tonica. Ma anche sul suo peso, se ci fosse un aumento ponderale. Non infrequente in questo delicato periodo della vita. E, come è facile capire, un seno più pesante è anche più incline ad abbassarsi. Hai notato questo rilassamento anche sul tuo seno? Ti racconto qui come potresti procedere per risolverlo: “Come ridurre il seno in menopausa: cosa funziona veramente?”.
- Di qualsiasi età che hanno avuto un forte dimagrimento durante il quale la pelle del seno, unica deputata a sostenerlo, è stata prima stirata a volumi importanti. Per poi non essere stata capace di retrarsi adeguatamente quando il volume della mammella ha subito la forte riduzione. Risultato: un seno cadente dall’aspetto svuotato.
- La stessa motivazione (contrazione rapida del volume mammario non “seguito” dalla cute ) spiega perchè questa sia una situazione non rara dopo le gravidanze. E, ancor più, dopo un periodo di allattamento.
- Parlando delle mamme, c’è da dire che spesso non è solo il seno a risentire della gravidanza, ma frequentemente anche l’addome. Ecco che per tale circostanza è stata creata una combinazione di chirurgie post parto atte a ridare una figura soddisfacente: il “Mommy Makeover”. Te ne parlo qui:“Mommy Makeover: gli interventi dopo il parto”.
Le protesi
La Mastopessi d’aumento, come accennato poc’anzi, prevede l’uso delle protesi.
- Il mio consiglio è sempre quello di ponderare bene il loro utilizzo considerando i pro e i contro. E la cosa migliore è farlo nel contesto di una visita specialistica, guidati dal chirurgo.
- Se però si volesse anche integrare il volume, oltre che ridare al seno una forma appropriata, diventa importante stare contenuti con le misure. Le protesi infatti hanno:
- un peso effettivo tale per cui, chi fa una Mastopessi d’aumento, dovrebbe poi sempre sostenere il seno. E non solamente per il periodo di recupero. Con la finalità di incrementare la longevità del risultato
- Anche un forte peso “sociale”. Rappresentano infatti molto più che un mezzo per ingrandire il seno. Te ne parlo in: “Quanto pesano le protesi al seno?”.
Una volta deciso che si vuole utilizzare la protesi, non si è però arrivati alla conclusione di questo discorso. Ovviamente la scelta dell’ausilio è di forte impatto sul risultato. Le protesi non sono tutte uguali. La qualità cambia da un brand all’altro, a volte anche di molto. Scopri di più in: “Protesi al seno: le migliori marche per risultati naturali”.
La chirurgia
Ti do qui una breve descrizione molto schematica delle tappe che caratterizzano il percorso chirurgico della Mastopessi d’aumento.
- E’ durante la prima visita che riceverai tutte le informazioni necessarie a capire e gestire la chirurgia. Si valuta:
- la tipologia di procedura in base alla gravità della ptosi (discesa) mammaria. In parole possibilmente semplici e a te ben comprensibili. Tratto in modo approfondito questo argomento in: “Intervento di Mastopessi può correggere la ptosi mammaria?”.
- La protesi da inserire come dimensione e locazione.
- Sarà poi per te importante e di interesse chiarire come condurre al meglio il periodo di recupero.
- Esami preoperatori. Essenziali per avere un quadro chiaro della salute della paziente.
- Il grande giorno: la chirurgia. Di solito il tutto si svolge in un regime di Day Hospital. Occasionalmente la notte di degenza può essere consigliata. Eccoti l’intervento nella sua vera essenza:
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- Si crea la tasca dove alloggerà la protesi e la si inserisce.
- A seguire si procede con eliminazione della cute in eccesso e riposizionamento del seno.
- Visite post operatorie.
Il post operatorio
Come per tutte le chirurgie, il periodo successivo alla chirurgia è molto importante affinché il risultato sia soddisfacente. E’ una fase fondamentale per monitorare tempi e modi di guarigione.
Un buon chirurgo rimarrà al vostro fianco con informazioni e consigli, a voce e scritti. Ma anche con le visite di controllo. Sarà però sostanzialmente il paziente a dover mettere in pratica giorno dopo giorno quanto suggerito.
Quando riprenderà la tua quotidianità?
Non ho problemi a dirti che prima si comincia ad attivarsi e meglio è per il tuo ritorno alla normalità. Mi sto riferendo al riprendere la propria routine, senza strafare. Infatti un movimento eccessivo è pure da evitare.
E’ anche una questione mentale. Tornare subito alle proprie giornata ingannerà la mente che sposterà il focus dal trauma.
Movimento e sport
Muoverti migliorerà e velocizzerà la guarigione.
- Riattiverà il circolo sanguigno favorendo l’ossigenazione dei tessuti.
- Migliorerà l’efficienza del circolo linfatico.
Entrambi questi aspetti sono fondamentali nel determinare il tuo recupero.
Tempi
- Parliamo passeggiate con intensità e durata crescente per le prime due settimane.
- Dalla terza settimana si potrà iniziare ad introdurre qualche esercizio mirato alla parte bassa del corpo. Ma senza o con minimi carichi. Ovviamente limitando ancora l’uso delle braccia, anche se indirettamente coinvolte.
- Dalla quarta settimana si potrà riniziare a coinvolgere le braccia, sempre gradualmente. Mentre si potrà “spingere” un pò di più sulle gambe. Ancora vietata la corsa perchè solleciterebbe troppo il seno.
- Scadute le 6/8 settimane si potrà riprendere ogni attività. Senza però scordare che si è rimaste ferme per un pò e dunque la ripresa dovrà essere progressiva.
Lavoro
Dipende molto dalla propria professione.
- Lavori sedentari. Si possono riprendere già dopo una settimana.
- Lavori pesanti sia per il ritmo che per lo sforzo potranno richiedere anche 2/4 settimane. Da valutare comunque in base al percorso di guarigione.
Correlato a questo discorso c’e spesso quello della guida. Normalmente consiglio di attendere minimo 7 giorni, meglio 10 prima di tornare a questa attività. Buche e/o cambi di direzione inaspettati possono mettere a dura i tessuti traumatizzati.
Doccia
Questo momento del quotidiano porta con sè molto più che la semplice detersione. Lo scorrere dell’acqua pulisce e massaggia le ferite, oltre a rilassare la mente.
Ed è proprio per questa sua duplice capacità che la consiglio già dopo 24-48 ore dalla chirurgia. Togliendo le medicazioni per poi rifarle subito dopo. Non creerà alcun intralcio alla guarigione delle ferite, a differenza di quanto uno possa pensare.
Tempi di guarigione del seno
Il seno che ha subito un rialzamento con protesi ha bisogno di diverso tempo per assestarsi completamente. Ma ciò non significa che nel mentre non si possa già avere un risultato, temporaneo ed in continua evoluzione, comunque gradevole.
- I lividi si riassorbiranno in un paio di settimane.
- Il gonfiore, tenuto sotto controllo dall’intimo contenitivo indossato già in sala chirurgica, ci metterà qualche mese a scomparire del tutto. Ma già dopo un solo mese il seno potrà essere sfoggiato. Dovrà ancora scendere e ammorbidirsi, ma sarà già presentabile.
- In merito all’intimo contenitivo, ti consiglierei la lettura di questi due articoli: “Fascia o Reggiseno per il Post Mastoplastica Additiva?” e “Reggiseno post mastoplastica, per quanto tempo utilizzarlo?”. E’ importante tu ne capisca sin da subito l’importanza.
- E’ bene anche ricordare che in seguito allo sgonfiamento del seno, si avrà anche una piccola perdita di volume. Te ne parlo meglio in:“Quanto si sgonfia il seno dopo l’intervento di Mastoplastica Additiva?”.
Il risultato sarà definitivo intorno al sesto mese. Ovviamente, come per tutte le altre chirurgie, anche per la Mastopessi d’aumento, il periodo di recupero differisce da donna a donna. Fondamentale affinchè si riducano le chances di ritardi è che le raccomandazioni date vengano seguite alla lettera.
I tempi di recupero della Mastopessi con protesi sono similari alle altre Mastoplastiche (riduttiva e additiva). Un poco più brevi per la mastoplastica additiva in realtà. Ma non di tanto.
Vorresti ringiovanire il tuo seno, ma temi di non avere il giusto tempo per guarire al meglio? Non ti preoccupare, vieni a trovarmi e sceglieremo insieme la migliore pianificazione perchè la realizzazione del tuo sogno estetico avvenga senza intralci.