Il seno femminile, gioie e dolori; amato e odiato. Sicuramente protagonista della vita di ogni donna.
E proprio per questo, spesso lo si vuole rendere migliore con l’aiuto del chirurgo.
Le Mastoplastiche sono infatti le chirurgia estetiche più eseguite. Più precisamente è l’Intervento Mastoplastica additiva, ovvero l’aumento di seno, a “farla da padrone”. Puoi scoprirlo in breve sul mio sito. Seguono poi le chirurgie dedicate a ridare tono o, ancora, per ridurre mammelle troppo abbondanti. Ti parlo di tutte le chirurgie al seno in modo più completo ed esaustivo sul mio libro: “Mastoplastica Moderna”. Scaricalo gratuitamente.
Il fine è sempre quello di ottenere una forma del seno il più naturale possibile. Ma è sempre così?
La Mastoplastica additiva oggi
Nel titolo di questo paragrafo ho aggiunto “oggi” poichè questa chirurgia è quella che senza dubbio ha avuto la maggiore evoluzione. E con essa la ricerca sempre di una maggiore naturalezza. E sicuramente ne avrà in futuro.
Certo questo obiettivo non è stato per nulla semplice da raggiungere. Ma fortunatamente si è riusciti nell’intento: dare al seno una forma naturale. Ma cosa significa esattamente? Scoprilo leggendo questo articolo:“Chirurgia estetica del seno: come ottenere un risultato naturale”.
Nonostante ciò l’Intervento Mastoplastica additiva rimane, nell’immaginario collettivo, una chirurgia prevalentemente dal risultato finto. Posizione, questa, figlia di risultati discutibili che talvolta si vedono e che tendono a colpire molto di più l’eventuale osservatore. La causa è da far risalire a scelte sbagliate della paziente e/o del chirurgo nella selezione della protesi da adottare in fase preliminare. La paziente dovrebbe essere soddisfatta, nei limiti del possibile. Ma non necessariamente assecondata quando la richiesta non è più in linea con quelle che sono le possibilità che la sua anatomia ci offre. In una tale situazione, se non si riesce a far “rivedere” le proprie aspettative alla paziente, è buona norma per tutti non procedere con l’intervento. Tuttavia, evidentemente, la realtà ci dice che talvolta non si riesce ad avere questa capacità di porre un limite. Per ragioni che non sto a indagare qua. Ecco allora che il risultato da far strabuzzare gli occhi non può che esserne l’immediata conseguenza.
Seno con una forma naturale
L’Intervento Mastoplastica additiva può dare risultati che appaiono molto naturali. “Può” perchè, come detto sopra, la cosa è fortemente condizionata dalla volontà della paziente e dalla capacità/volontà del chirurgo di mediare verso la soluzione migliore.
Le pazienti non sono tutte uguali. E se l’obiettivo comune è aumentare il volume delle mammelle, il percorso per farlo è composto da scelte che devono essere personalizzate.
Ma quali sono quelle che permettono all’Intervento Mastoplastica additiva di dare un seno dalla forma naturale? Vediamole di seguito.
Scelta del chirurgo.
Azzarderei anche l’unica scelta veramente importante. Tutto verrà poi di conseguenza. Forse su questo aspetto mi sono ripetuto, ma qui è proprio il caso di dire: “repetita iuvant”. Si potrebbe quasi dire che tale scelta può rappresentare la garanzia di avere un seno dalla forma naturale. Alla fine sono infatti le sue decisioni a definire il risultato.
Il chirurgo è colui che materialmente crea le nuove forme. E, nella pianificazione dell’ intervento chirurgico, deve fare principalmente due scelte.
- Dove posizionare la protesi.
- Quale protesi utilizzare.
Il processo di tale “progettazione” chirurgica e del suo risultato iniziano con la prima visita dove già si prendono queste due importanti decisioni. Ti lascio di seguito come conduco la mia:“Intervento Mastoplastica Additiva: come funziona la visita?”
Il seno e la protesi
Il seno di ogni donna è composto da tre parti principalmente: ghiandola mammaria, tessuto adiposo e pelle, la quale racchiude il tutto.
A seconda delle dimensioni della ghiandola e della quantità di adipe, le mammelle vengono definite ghiandolari o adipose.
La posizione della protesi deve essere scelta in modo che ci sia una buona copertura della stessa con i tessuti che già esistono.
- Se la ghiandola e/o il tessuto adiposo sono importanti, potrebbero essere sufficienti a coprirla adeguatamente. La posizione sarà allora retroghiandolare.
- Al contrario, si userà anche lo strato tissutale rappresentato dal muscolo grande pettorale. Avremo allora il posizionamento retromuscolare.
- Nel tempo questa tecnica è stata migliorata. Si va a sfruttare la copertura del muscolo principalmente solo nella metà superiore, o poco più, della protesi. Chiamiamo tale alloggiamento “dual plane“. Ciò permette di contribuire ancora di più a una forma più naturale del seno . L’effetto della contrazione del muscolo che prima andava a sollecitare sempre la protesi, qui viene molto ridimensionato.
Scelta della protesi
Questi ausili rappresentano una buona parte del risultato. Sono infatti loro a dare il nuovo volume e la nuova forma al seno. Nonchè limitare le possibili complicanze che possono incidere, anch’esse, sul risultato finale anche a distanza di anni.
Per avere un seno dalla forma naturale la protesi non deve ovviamente vedersi. Ottimisticamente nemmeno sentirsi al tatto. Per ottenere ciò, la scelta deve essere ben ponderata. Vediamo tutte le variabili da valutare.
- La marca. A oggi sul mercato ci sono molte proposte. Parte di queste cercano di infondere fiducia dichiarandosi “da anni sul mercato”. Che, a un esperto, potrebbe però anche suonare come sempre uguali o senza innovazione.
- Ecco perchè io mi affido ad un brand relativamente nuovo, ma con un credo importante nel reinvestire annualmente una discreta parte del fatturato in ricerca. Ciò si traduce in un “oggetto” sempre più innovativo e performante. Capace di minimizzare le complicanze. Oltre che essere pensato per adattarsi sempre più alla mammella in modo da essere percepito meno come un corpo estraneo: morbido nei movimenti e al tatto. Di chi sto parlando? Delle protesi Motiva e, in particolare, della sua variante Ergonomix. Ti spiego la mia scelta qui:“Protesi al seno: le migliori marche per risultati naturali”.
- La dimensione, definita da tre grandezze: volume, diametro e proiezione.
- Il volume è definito a volte in centilitri, altre in grammi. Ci dà quindi anche indicazioni sul peso, insomma. Ti spiego meglio questa variabile, che è qualcosa in più di un numero, nell’articolo:“Quanto pesano le protesi al seno?”.
- Il diametro è la misura della base. Dovrà essere commisurata alle dimensioni del torace per evitare che si intraveda sotto la pelle.
- La proiezione è quanto sporge.
- Dall’unione di queste tre misurazioni si decide la protesi adatta. Si comprende allora come ci sia un limite entro il quale potersi muovere. Oltre al quale la protesi si paleserebbe facendo divenire la forma del seno tutt’altro che naturale.
- La forma. L’ho lasciata come ultima perchè non è più un interessante argomento di discussione. Affidandomi a Motiva, prediligo principalmente il loro modello di punta, la versione Ergonomix. In quanto a forma, sono tonde. La base, infatti, lo è. Tuttavia, grazie alla morbidezza del gel, riesce ad adattarsi meglio e continuamente alla posizione del corpo della donna nello spazio. Conferendo quella che definiamo una spiccata naturalià dinamica. Per avere maggiori informazioni:“L’evoluzione della protesi ergonomica Motiva”.
- Per completezza direi che le protesi a goccia sono spesso definite le “più naturali”, poichè hanno una forma che rispecchia la forma del seno in posizione verticale. E, in quella posizione, sono realmente molto naturali, anche più di una protesi ergonomix per un dato volume. Ci sono però tre “ma”:
- Per avere quella forma prestabilita il gel deve necessariamente essere più rigido. Leggi duro al tatto. Caratteristica, questa, non certo “naturale”.
- Quella forma, ideale stando in piedi, è mantenuta identica anche quando il corpo della donna non è più in posizione verticale. E ciò fa ovviamente a pugni con una naturalità del risultato nel movimento.
- Hanno una base ovalare. Se ruotano, cosa possibile, generano una deformità del seno che poi deve essere corretta tornando in sala operatoria.
- Le protesi tonde, prima di Motiva, sono le prime nate, e sono principalmente loro le “colpevoli” se oggi ancora si definisce il seno rifatto come fintamente tondo e statico.
- Risultano meno naturali per un dato volume. Pertanto se si vuole ottenere un risultato più bilanciato con queste, è necessario scendere con la scelta del volume. Collocarle poi sotto il muscolo grande pettorale diventa quasi un obbligo.
- Per completezza direi che le protesi a goccia sono spesso definite le “più naturali”, poichè hanno una forma che rispecchia la forma del seno in posizione verticale. E, in quella posizione, sono realmente molto naturali, anche più di una protesi ergonomix per un dato volume. Ci sono però tre “ma”:
- Parlando di naturalezza, c’è un’altra variabile che può abbellire ulteriormente il risultato. La possibilità di addizionare adipe al di sopra della protesi a eseguire quella che è chiamata Mastoplastica Additiva Ibrida. Ciò andrà a nasconderla ulteriormente. Oltre che darci la possibilità di cambiare la forma del seno in modo selettivo. Vale a dire un una sua porzione specifica che lo richieda. (es: solo nel polo inferiore in caso di seno tuberoso). E’ questa un’ arma nelle mani del chirurgo di notevole efficacia, quando sia possibile. Ti dico di più in: “Mastoplastica con grasso corporeo o lipofilling del seno? Pro e contro”.
Per concludere
Oggi ogni chirurgo dovrebbe certamente avere le conoscenze, le capacità e la tecnologia per rifare un seno in modo che appaia dalla forma naturale.
E’ chiaro che, come per molti altri aspetti del nostro vivere, è fondamentale pensarci molto bene prima di cedere a costi molto bassi, peraltro molto invitanti. Come minimo si risparmia nelle protesi (la differenza di prezzo tra le varie marche può essere importante). Probabilmente anche sulla qualità del servizio offerto. Quando si va a lavorare sul proprio corpo, e dunque anche sulla propria salute, risparmiare è sempre una pessima scelta. Ti spiego meglio perchè in: “Chirurgia estetica low-cost: ciò che non ti dicono”.
Un altro motivo responsabile di un risultato poco piacevole, come abbiamo visto, è quando si esige un seno di una misura non adatta alla propria anatomia. L’accontentare a tutti i costi, di solito, porta ad eseguire chirurgia estreme e difficilmente dal risultato armonico. Ti illustro meglio il concetto in:“Chirurgia Plastica Estrema: i rischi per la salute”.
Il mio consiglio finale rimane di spendere tempo a valutare le tue opzioni, cercando di capire bene cosa si possa fare ragionevolmente nel tuo caso. Una volta sceltolo, lasciandoti guidare dal chirurgo molto più che dai consiglieri dell’ultima ora che “tutto sanno” e che sempre spuntano fuori in questa fase delicata del cammino.
Vorresti rifarti il seno, ma hai paura che si noti? Vediamoci, ti mostrerò i miei risultati e ti spiegherò come ottenere un risultato naturale e pensato per il tuo caso specifico.