Il seno rappresenta in chirurgia plastica un campo d’azione multisfaccettato. Sono ben noti gli interventi di mastoplastica di natura estetica.
E però esso rappresenta anche un’area regione anatomica soggetta ad essere colpita da tumori i quali, se di natura maligna, richiedono un intervento del chirurgo generale per eradicarli.
Vediamo in questo articolo cosa succede dopo.
Qualche cenno su seno ed oncologia
Il carcinoma mammario è la più frequente forma di crescita tumorale nella donna dopo i tumori della pelle. Ed è la più frequente causa di morte per tumore, sempre nella donna.
E’ però anche una patologia curabile nella gran parte dei casi, se diagnosticata precocemente.
Per questa ragione avvalersi delle modalità per individuarlo il prima possibile è letteralmente di vitale importanza. Ogni donna dovrebbe essere cosciente di questo aspetto. Ancora più sensibili alla questione devono essere poi le donne che hanno una familiarità al cancro del seno. Se non addirittura una predisposizione genetica.
- La prima fase di questa diagnosi precoce consta nella autopalpazione regolare del seno alla quale è bene che ogni giovane donna si abitui fin dalla adolescenza. Sono manovre semplici e rapide da fare ogni tanto.
- Screening mammografico che prevede una mammografia biannuale dopo i 50 anni. Sarebbe comunque consigliato fare già un primo controllo attorno ai 40 anni. E poi eventualmente valutarne altri tra i 40 e 50 anni a seconda della familiarità e tipologia di seno.
- Nei casi ad alto rischio quali:
- forte predisposizione familiare,
- mutazioni genetiche quali BRCA1 e BRCA 2,
- radioterapia tra i 10 e 30 anni,
E’ necessario agire ancora prima, già dai 25 anni o 10 anni prima dell’età in cui si è avuto nel familiare più giovane. In questi casi, dei controlli annuali con la risonanza magnetica potrebbero essere consigliati. Oppure la combinazione tra mammografia ed ecografia mammaria.
Da dire poi che esistono anche fattori favorenti quali:
- periodo lungo tra prima mestruazione e menopausa.
- Gravidanze tardive, dopo i 30 anni o mancanza di figli.
- Obesità (sedentarietà e diete ipercaloriche).
- Alimentazione povera di fibre (verdure e frutta in primis) e ricca di zuccheri e grassi animali ed alcol.
- Terapie estrogeniche post menopausali.
Quindi, oltre alla prevenzione, ci si può dare un grosso aiuto con un certo stile di vita.
Tipi di asportazione chirurgica
L’intervento chirurgico di rimozione del tumore è eseguito di norma dal chirurgo senologo.
Ci sono varie possibilità di intervento:
- rimozione del solo tumore quando molto piccolo.
- Quadrantectomia, vale a dire escissione di una più ampia porzione del seno in cui si trova il carcinoma.
- Mastectomia, ovvero la rimozione di tutta la mammella. Nei casi più aggressivi e sviluppati si potrebbe dover arrivare a rimuovere anche il muscolo pettorale.
La ricostruzione, quando intervenire
La chirurgia plastica al seno post oncologica è qualcosa che viene di norma fatto in contemporanea oppure secondariamente ma, comunque, nello stesso ospedale dove è stata eseguita l’asportazione del tumore.
In questo caso interviene il team dei chirurghi plastici a prendere il testimone dai colleghi senologi.
La ricostruzione del seno può avere diversi gradi di difficoltà a seconda di quanto aggressiva è stata la mastectomia. Inoltre può dover essere fatta in più di una seduta prima di ottenere il risultato sperato. Vi sono vari approcci:
- Uso di espansori cutanei poi sostituiti da protesi di silicone. Questa tecnica raggiunge migliori risultati se accompagnata dal trasferimento di tessuto adiposo (quando possibile) precedentemente all’inserimento dell’espansore. Ma anche dopo è fattibile, per migliorare la forma del seno ottenuta con la protesi.
- Trasferimento di lembi tissutali di pelle, tessuto adiposo e muscolo dalle aree contigue. Tipicamente l’addome oppure la schiena. Sono però queste chirurgie molto più lunghe ed invasive, con rischi più alti e sequele funzionali nelle aree da cui questi lembi sono stati prese. Oltre che cicatrici aggiuntive piuttosto vistose. La tendenza generale oggi è di evitarle, quando possibile. Benchè permettano di ottenere, quando ben eseguite, un seno ricostruito con consistenza e forma più paragonabile al seno sano.
La chirurgia estetica
Il chirurgo estetico, eventualmente, interviene in un secondo tempo. Con interventi di mastoplastica secondaria ad ottimizzare il risultato già ottenuto dai colleghi in ospedale sul seno ricostruito. Oppure, eseguendo una mastoplastica di simmetrizzazione, lavorando sull’altro seno. Il seno ricostruito infatti, per quanto possa essere ben fatto, spesso presenza una certa differenza rispetto al seno non operato. Per forma e consistenza soprattutto. In particolare se la ricostruzione è avvenuta con espansori prima e poi protesi.
Gli interventi di mastoplastica in questo caso possono essere diversi:
- Semplice aggiunta di tessuto adiposo nel seno già operato. Parliamo del lipofiller, qualche considerazione in più in:“Mastoplastica con grasso corporeo o lipofilling del seno?Pro e contro”.
- Possibile cambio della protesi usata ed eventuale revisione della tasca di alloggiamento.
- Mastoplastica additiva nell’altro seno se questo fosse più piccolo del seno operato.
- Mastopessi, con o senza protesi, nel seno non operato, poiché più cadente. Per saperne di più su questa chirurgia: “Mastopessi con protesi o senza protesi? I pro e i contro”.
- Mastoplastica riduttiva se la mammella non operata fosse più grande. Per avere maggiori informazioni: “Scopri la Mastoplastica riduttiva”.
Conclusioni
Benchè sia questa un’area occupata giustamente dai chirurghi plastici che lavorano assieme ai chirurghi senologi, è possibile per il chirurgo estetico eseguire interventi di mastoplastica secondaria che portino a migliorare ulteriormente l’aspetto del seno dopo una chirurgia demolitrice quale è la la mastectomia.
Per avere informazioni più precise su questa chirurgia:“Scopri l’intervento di Mastoplastica Additiva”
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