Parlando del sesso femminile, uno dei momenti più importanti della vita è certamente il passaggio da bambina a donna. Questo step si manifesta con diversi cambiamenti fisici e psicologici. L’ evoluzione più attesa è però la crescita del seno.
Questa parte del corpo la accompagnerà per tutta la vita evolvendo e mutando con lei. Ciò significa che è fortemente “rappresentativa” e capace di assumere vari e ben diversi significati.
Per tale ragione esso è comunemente posto “sotto i riflettori” più di qualsiasi altra regione corporea. E ciò contribuisce certamente al fatto che che molte donne non ne siano soddisfatte in pieno. Ecco allora che si può meglio comprendere perchè l’intervento di Mastoplastica additiva sia il più richiesto, se ci concentriamo sulla chirurgia estetica al femminile.
La Mastoplastica additiva per me
La necessità di modificare e aumentare il proprio seno, come per tutte le chirurgie estetiche, è frutto di un disagio che nel tempo diventa sempre meno sopportabile. Ciò arriva a precludere una vita serena e spesso anche la socialità. Ecco allora che il cambiamento diventa inevitabile.
Ed è proprio questo il motivo che dovrebbe spingere una donna a volere un “seno nuovo”: lo stare bene, o meglio, con se stessa. Non lo si fa, nè lo si dovrebbe fare per compiacere un’altra persona.
La mia proposta è sempre per una chirurgia che, in primis, esalti un’armonia e bilanciamento delle forme sulla base di una naturalità del risultato. E non qualche cosa di ovviamente fittizio, buono solamente, forse, per attirare gli sguardi.
Questa concezione del cambiamento, armonico e cosciente, è quello che vorrei passasse sin da subito alle mie pazienti. E’ per questo che dedico loro una lunga e dettagliata visita preoperatoria. Ci tengo a che tutto sia discusso e ogni particolare indagato e spiegato. L’idea è uscire dallo studio con una idea molto chiara di quello che sarebbe la chirurgia in ogni suo aspetto. Prerogativa, questa, per affrontare l’intervento con le giuste aspettative.
La mia prima visita
Il primo incontro ha pertanto un valore enorme. In un’ora circa si decide il futuro di un seno che da “inguardabile” dovrà diventare una potente arma per l’autostima.
L’unico punto comune fra le pazienti è la scelta di migliorarsi. Le differenze tra una e l’altra risiedono certamente negli aspetti psicologici come anche nella ampie variabilità anatomiche. Le quali sono determinate non solo dalla genetica, ma anche da come è stato trattato il seno finora o da quali test abbia dovuto passare (es. gravidanze, allattamenti ecc).
Vediamo allora le fasi del primo incontro.
1. Conoscere la paziente e il suo seno.
Principalmente per capire quello che è stato e quello che sarà. Il focus qua sarà su vari aspetti.
- Età, ma soprattutto stato del seno e ancor più della pelle. Non ci sono limiti anagrafici per questa chirurgia, se non che si sia maggiorenni. Puoi trovare maggiori considerazioni sull’ intervento di Mastoplastica Additiva ed età in: “Intervento di Mastoplastica: rifarsi il seno a 20 anni?”.
- E’ ovviamente fondamentale che non vi siano condizioni patologiche generali sfavorenti la chirurgia (es. cardiovascolari, oncologighe, neurologiche ecc).
- Causa del problema o problemi legati al seno.
- Si può nascere con poco seno o lo si può aver rovinato in seguito con gravidanze, diete o altri traumi.
- Talvolta ci possono essere seni “particolari”, come quello tuberoso. Ti spiego qui come lo approccio nel mio lavoro:“Intervento di Mastoplastica e Seno Tuberoso: ciò che devi sapere.”.
- Intenzioni future, come avere una gravidanza, e tempi in cui si progetta di fare questo passo. Non è assolutamente vero che una donna con protesi, soprattutto se per Mastoplastica additiva, non possa poi allattare. Per approfondire questo concetto ti propongio la lettura di: “Intervento Mastoplastica Additiva: si può allattare dopo l’operazione?”. Sempre su questo argomento ti consiglio anche:“3 Consigli sulla Mastoplastica Additiva prima e dopo una Gravidanza”.
2. Conoscere ciò che per lei è “il seno perfetto”.
Questo punto è essenziale, ma anche piuttosto critico.
- Ci sono pazienti che già hanno una buona idea di ciò che vogliono. Ma aspettano il confronto col chirurgo per dare tratti più precisi e definiti a questa loro idea.
- Occasionalmente si incontrano pazienti molto sicure di sè e di quello che dovrà essere la chirurgia. Hanno fatto ricerche approfondite “nel web”. Oppure sono “indottrinate” a dovere da amiche e conoscenti che hanno già subito l’intervento e quindi pensano di sapere tutto sul tema. Devo dire che sono queste le più ostiche con cui parlare. Se le informazioni che hanno a disposizione non sono corrette è poi più difficile portarle a ragionare su quello che si può realmente fare nel loro caso.
- Diametralmente opposte, ma molto più facili da gestire, ci sono coloro che non sanno nulla o quasi di questo mondo e mi si affidano in toto.
- Per ognuna di queste categorie il mio compito è definire il range d’azione, sia in termini di protesi che di tipo di chirurgia.
- Ti lascio qui un articolo che esprime il mio concetto di “seno perfetto” in: “Chirurgia plastica del seno: alla ricerca della forma perfetta”.”
3. Definire le protesi.
Le dimensioni, la marca, e il posizionamento rappresentano i tre perni della scelta.
- Le dimensioni valutate sono: volume, diametro e proiezione. Devono essere selezionate soprattutto in base alla fisicità della paziente affinchè il risultato appaia naturale.
- Per quanto riguarda la forma, tendo a “bypassare” il problema affidandomi alle protesi Motiva Ergonomix. Una protesi innovativa, in continua evoluzione e con un comportamento naturale. Se vuoi altre informazioni su questo ausilio essenziale:“L’evoluzione della protesi ergonomica Motiva”.
- L’alloggiamento è una tasca creata ad arte per accogliere il volume aggiuntivo. Può avere 3 posizioni: retroghiandolare, retromuscolare o un mix di queste due, la cosidetta Dual Plane. Quest’ultima è spesso la mia scelta perchè permette risultati molto naturali, risultando adatta praticamente a qualsiasi seno di partenza. Ti parlo meglio di questo approccio in: “Mastoplastica additiva, la tecnica Dual Plane per rimodellare il seno”.
- Alle tre tecniche appena citate, se ne aggiunge una quarta, che non riguarda però la posizione della protesi, ma il volume. O meglio un volume aggiuntivo: il grasso. La protesi può infatti essere “aiutata” nel dare volume da uno strato di grasso autologo. Questo passaggio aumenta otticamente e tattilmente la copertura della protesi e la chirurgia viene detta “ibrida”.
- Ti parlo dell’uso del tessuto adiposo nella Mastoplastica in :“Mastoplastica con grasso corporeo o lipofilling del seno? Pro e contro”.
4. Altre informazioni…
Ogni paziente ha poi propri dubbi e domande. Lascio sempre uno spazio per dare loro risposta. Solitamente le questioni sollevate sono sul post operatorio, momento clou del percorso ed è poi il momento in cui la paziente tende a rimanere sola. Anche se con i miei consigli e la possibilità di contattarmi in ogni momento.
Ci tengo molto a definire bene tempi e modi onde evitare che quanto fatto in sala chirurgica sia rovinato dalla fretta di tornare appieno alle proprie routine. Per iniziare a comprendere meglio questo momento: “Mastoplastica Addittiva, quello che devi sapere sul post operazione”.
Questo è il percorso che uso fare con tutte le mie pazienti per l’intervento di Mastoplastica additiva. Sono quattro punti che però permettono a me di capire l’obiettivo della paziente e a quest’ultima di avere un’ottima idea di quello che sarà il risultato finale. La prima visita ha un valore enorme perchè è qui che si pongono le basi del cambiamento e si definiscono le sue modalità e caratteristiche.
Visto che abbiamo parlato dell’inizio, ti lascio un articolo per “Scoprire la Mastoplastica additiva” in tutte le parti del percorso.
Se però la tua “sete di sapere” è maggiore e vuoi una lettura più completa e dettagliata, ti consiglio il mio libro: “Mastoplastica Moderna”.
Se invece hai già fatto la tua scelta e hai bisogno di qualcuno che ti guidi, contattami per la prima visita, programmeremo insieme tutto il tuo viaggio.