Fa male rifarsi il seno? La verità sulla Mastoplastica

Fa male rifarsi il seno? La verità sulla Mastoplastica

Il seno femminile ha avuto diversa valenza e importanza attraverso i secoli.

Nonostante l’apprezzamento oscillante, ha comunque sempre rappresentato l’essere donna. Appare con lo sviluppo del corpo femminile e muta con i cambiamenti della donna. Gravidanza, menopausa e sbalzi di peso i principali.

Non è quindi difficile capire perchè molte donne vogliano aumentare, migliorare o ringiovanire questa parte. Carente o abbondante per natura. Oppure rovinata dagli accadimenti della vita.

Sulle chirurgie al seno ho scritto un’intero libro: “Mastoplastica Moderna”. Semplice e conciso, ma credo anche esaustivo e interessante per quella che è la conoscenza che dovrebbe avere chi si avvicina a tale intervento. Qualora ti interessasse, ti lascio qui la possibilità di scaricarlo.


Se invece preferissi acquisire delle informazioni più velocemente, potresti far scorrere l’occhi su tutti gli interventi di chirurgia plastica al seno nel mio sito.

Qui invece vorrei parlarti di un risvolto del post operatorio dell’intervento di Mastoplastica additiva. Esattamente quanto potrebbe far male rifarsi il seno. Una domanda che mi viene posta in un buon numero di casi. E che non ha una risposta univoca.

Conosciamo prima la Mastoplastica Additiva

L’intervento di Mastoplastica additiva è, a oggi, il più eseguito in chirurgia estetica.

Il percorso per arrivare alla chirurgia è abbastanza semplice e, tutto sommato, veloce.

  1. Nella prima visita si va già a definire ogni risvolto della chirurgia. Protesi, posizionamento e dunque tecnica utilizzata. Ma anche informazioni sul post, in modo che la paziente sappia già cosa sarà normalmente dovuto alla guarigione e cosa no. E ancora, le possibili complicanze. Una paziente che conosca tutti questi aspetti, vivrà l’esperienza del cambiamento in modo certamente più rilassato e consapevole. Ti lascio qui come conduco la mia visita pre-operatoria:“Intervento Mastoplastica Additiva: come funziona la visita?”.
  2. Bisogna poi fare degli esami: ecografia o mammografia, un elettrocardiogramma e degli esami del sangue.

La chirurgia è il passo successivo. Oggi si va sempre più verso una chirurgia meno invasiva possibile, veloce sia nell’esecuzione che nella guarigione. Ma sempre di chirurgia stiamo parlando. E soprattutto sempre con il nostro corpo abbiamo a che fare. Cosa significa? Che anche se il chirurgo progetta ed esegue la chirurgia alla perfezione, nulla sarà mai certo al 100%. Il nostro corpo infatti non risponde mai allo stesso modo. Ovvero due interventi identici, non avranno mai risultati uguali tra loro proprio perchè fatti in due contesti (corpo umano, appunto) diversi.

Ecco cosa avviene sul tavolo operatorio, in breve:

  1. il chirurgo crea in primis delle tasche dove alloggeranno le protesi. L’incisione attraverso la quale sono introdotte è di circa 3 centimetri, a volte anche meno, e posizionata nel solco inframammario più comunemente. Le alternative sono rappresentate dal cavo ascellare oppure il margine periareolare inferiore.
  2. Le protesi vengono poi inserite e le incisioni vengono richiuse.
  3. Alla paziente vengono applicate delle fasce compressive. Servono a ridurre meccanicamente il gonfiore e a tenere in posizione le protesi.

Terminato l’atto chirurgico la paziente può cominciare la sua “nuova” vita con un seno più attraente. Ovviamente, all’inizio, con il costante supporto del chirurgo.

Post chirurgie e guarigione. Quanto fa male rifarsi il seno?

Nel caso della mastoplastica additiva si inizia a percepire di più il dolore quando l’effetto dell’anestesia loco-regionale inizia a scemare. Solitamente il giorno stesso, verso tardo pomeriggio o sera (se la chirurgia è eseguita al mattino). Tuttavia ci sono degli aiuti per fare in modo che diventi sopportabile.

All’uscita dalla clinica viene consegnata la lista di farmaci per gestire al meglio il post operatorio. Sono un antibiotico e degli antidolorifici. Solitamente bastano questi a togliere il dolore.

Quanto dura?

Il dolore dovuto all’intervento è molto soggettivo. Ognuna ha una diversa sopportazione e percezione. Ricordiamo il discorso fatto poc’anzi sul corpo umano.

Ci sono donne che smettono gli antidolorifici addirittura dopo 1 o 2 giorni. Altre continuano per 5-7 giorni. Altre ancora arrivano quasi ai 10 giorni, ma sono la netta minoranza.

Perchè?

Le origini possono essere diverse. Vediamo le principali.

Posizione della protesi e quindi area interessata dal cambiamento. Le tecniche retromuscolari sono un minimo più dolorose. Sia la classica retromuscolare che la più moderna “Dual plane“. Questo accade perchè il muscolo pettorale su cui si va ad intervenire ha una sua funzione ed è ricco di innervazioni.

Inoltre esso viene coinvolto in ogni movimento della parte superiore del corpo e dunque facilmente sollecitato.

Ciò non toglie che sin da subito si inizieranno degli esercizi leggeri per le braccia affinchè il ritorno alla mobilità sia graduale ma costante. Parliamo di movimenti studiati, da farsi solo su indicazione del chirurgo. La libertà nel muoversi aumenterà progressivamente dopo un paio di settimane. Invece la possibilità di fare sport, e quindi esercizi e movimenti che vadano a sollecitare tale muscolo con alta intensità, solamente dopo 6 settimane.

Protesi stesse. Il fatto che il corpo si deve abituare a questo nuovo “oggetto” occupa uno spazio. Allora va da sè che più grande è la protesi e più intenso è lo stiramento dei tessuti circostanti. E quindi verosimilmente la stimolazione dei nervi in loco.

Tecnica chirurgica. Puo’ essere più o meno aggressiva. E quindi stimolare in modo più o meno intenso le innervazioni. Soprattutto nel confezionare l’alloggiamento protesico retromuscolare o dual plane.

Posizione semi-eretta. Per i primi giorni dopo un’intervento di Mastoplastica additiva è consigliato sdraiarsi con il busto rialzato. Ciò significa mettere due o tre cuscini dietro alla schiena. Pesizione quindi non naturale che potrebbe comportare temporanei dolori alla schiena. Qui ti spiego come dormire al meglio per tutelare”il nuovo arrivato”:“Come dormire dopo una Mastoplastica: posizione perfetta e risveglio”.

Gonfiore. Il suo esserci è costante per tutti i pazienti. Ciò che differisce è l’entità dello stesso. Più gonfiore significa maggiore stiramento dei tessuti e sollecitazioni dei nervi. Similmente a quanto accade per le protesi più grandi. Te ne parlo in dettaglio qui: Gonfiore dopo Mastoplastica Additiva? Cosa fare” .

Ematoma. Una rara complicanza di questa chirurgia caratterizzata da un importante accumulo di sangue all’interno della tasca protesica. Si manifesta con un volume molto allargato del seno. Vale allora quello che si è detto per le protesi grandi e il gonfiore. Eccoti un articolo a riguardo:

“Ematomi e Dolori dopo Mastoplastica additiva: non preoccuparti!”

Si può dire allora che rifarsi il seno può far male. Con entità diversa entità da paziente a paziente. Da aggiungere che la chirurgia in generale, e quella estetica in particolare, mira costantemente a ottimizzare l’esperienza del paziente. Ciò significa:

  • migliorare le tecniche utilizzate per ridurre il grado di invasività e diminuire il tempo chirurgico. Entrambi alla base dello stress e dolore generato al corpo del paziente;
  • Adottare nuovi strumenti e macchinari sempre meno invasivi;
  • Nel caso dell’intervento di Mastoplastica additiva il tutto è tradotto molto chiaramente nell’ adottare protesi all’avanguardia. Poichè non sono certamente tutte tra loro equivalenti.

Le protesi sono il fulcro di questa chirurgia. Sia perchè permettono l’aumento di volume, sia per il fatto di essere inserite nel corpo della donna per restarci anni. A tal proposito, ti do qui la risposta a una domanda frequente:“Sostituzione protesi al seno: ogni quanto si cambiano?”.

La loro progettazione deve essere attenta a ogni particolare: forma, superficie e materiale. Il dolore dopo l’aumento del seno è talvolta molto successivo all’intervento in sè, e spesso è dovuto alla protesi. O meglio a comportamenti non corretti della protesi: malposizionamenti o, più ancora, non “accettazione” da parte del corpo della paziente. Mi riferisco in particolare alla contrattura capsulare. La cui incidenza non è per nulla uguale in tutte le protesi. Tra tutte, le protesi nanotesturizzate di Motiva stanno avendo incidenze bassissime di questo problema, inferiore all’ 1%. Quando per varie altre marche e tipologie di superficie spazia tra il 5 e 10%. Ti presento le protesi Motiva, le mie prescelte: “L’evoluzione della protesi ergonomica Motiva”.

Sono queste situazioni comunque risolvibili, ma che possono portare a provare fastidio o dolore, nonchè mutare la forma del seno. La soluzione è un secondo intervento, detto anche di revisione. Piuttosto raro, se si scelgono i giusti ausili. Te ne parlo meglio in: “Intervento di Mastoplastica Additiva Secondaria”

Quindi…fa male rifarsi il seno?

Dipende molto dalla personale percezione del dolore. Oltre che da varie situazioni spiegate in questo articolo. Ma, se anche fosse, si parla di pochi giorni e di una dolenzia comunque gestibile con i più comuni antidolorifici.

Nella mia esperienza, e parliamo di migliaia di casi, nessuna donna mi ha mai detto che non rifarebbe la chirurgia a causa del dolore. Basta specchiarsi col nuovo décolleté e, all’improvviso, tutto il resto passa come d’incanto in secondo piano…

Vorresti aumentare il tuo seno? Contattami, inizieremo un percorso insieme verso la realizzazione del tuo sogno.

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