Quando una paziente inizia il percorso che la porterà a migliorare il proprio seno, tutto il focus è su come questo potrà essere e sull’immaginare come potrebbe cambiare la propria vita dopo l’intervento. Poca attenzione è invece messa sul post operatorio. Fase altrettanto importante per la realizzazione del proprio sogno.
E su alcuni aspetti che caratterizzano questo periodo vorrei parlarti qui. In particolare di come ematoma e dolori post Mastoplastica additiva siano eventi possibili e facciano parte del “gioco”.
Ematoma
Oggi la chirurgia offre proposte sempre meno invasive e di veloce guarigione. Non è però ancora riuscita a togliere completamente le fisiologiche risposte del nostro corpo al trauma. E e probabilmente non lo farà mai. L’ematoma è una di queste. Vediamo in primis di cosa si tratta.
Ematomi o ecchimosi?
Spesso queste due parole vengono usate come sinonimi essendo entrambe dovute a dei versamenti di sangue. Sono però situazioni cliniche diverse. Vediamone allora le differenze.
- L’ecchimosi:
- è data dal versamento di sangue proveniente da vasi sanguigni lesionati, in genere di piccole dimensioni.
- Esso tende a infiltrarsi negli spazi intercellulari del tessuto sottocutaneo dell’area traumatizzata infarcendolo e rendendosi visibile con la tipica colorazione rosso-bluastra della pelle. Può talvolta essere accompagnato da un minimo gonfiore.
- E’ comunemente conosciuto come “livido”.
- Si risolve sempre in autonomia.
- Sono abbastanza comuni dopo una mastoplastica additiva e principalmente localizzate nelle porzioni inferiori o laterali del seno.
- L’ematoma:
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- il sangue riversato è di dimensioni maggiori e tende a formare una raccolta ben definita, potenzialmente aspirabile, che si nota non solo per la colorazione diversa della cute (quando fosse sottocutaneo), ma anche per un volume visibilmente aumentato e, talvolta, distorcente la normale anatomia dell’area traumatizzata.
- Tende a essere conseguente a versamenti di sangue più importanti. Dovuti quindi alla lesione di arterie di maggiori dimensione.
- Possono riassorbirsi spontaneamente, come le ecchimosi, quando non eccessivi. Oppure avere bisogno di una evacuazione che può essere eseguita in sala operatoria (preferibilmente nel caso della mastoplastica additiva) oppure ambulatorialmente, a seconda dei casi e dalla gravità.
- Sono un evento raro in questa chirurgia, avendo una incidenza che varia attorno allo 0,3-0,5% dei casi.
- Sono una potenziale complicazione di qualsiasi atto chirurgico.
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Il dolore
Questa sensazione è qualcosa che impariamo a conoscere sin dalla nascita, pur spesso difficile da descrivere.
- Si può dire che sia il sintomo più comune della malattia. Esso genericamente indica che qualcosa nel nostro organismo non sta funzionando correttamente.
- Possono farlo scattare stimoli termici, meccanici o chimici, scaturiti fonti esterne o interne al nostro corpo e che stimolano le terminazioni nervose sensitive deputate appunto all’identificazione del dolore.
- Il nostro corpo solitamente risponde liberando antidolorifici “fatti in casa” detti endorfine.
- Esistono molti tipi di dolore. Le differenze maggiori sono tra:
- acuto e quello cronico. Nel primo caso è un sintomo a rapida e recente insorgenza, spesso intenso. Mentre nel secondo tende a perseverare nel tempo seguendo un processo patologico non risolto che si è cronicizzato. Il dolore post mastoplastica additiva è tipicamente acuto. Anche se può diventare cronico in alcune circostanze.
- Somatico e psicosomatico. Nel primo caso si manifesta solo a livello fisico, mentre nel secondo ha anche una componente psicologica. Entrambe le forme possono correlarsi alla mastoplastica additiva. Come a qualsiasi chirurgia e patologia, del resto.
Ematomi e dolori dopo la Mastoplastica additiva
Come hai visto, ematomi e dolori possono far parte del post operatorio della Mastoplastica additiva. Hai imparato anche che primi sono fortunatamente poco frequenti, mentre sentire un po’ di dolore è pressochè inevitabile.
Come riconoscere un ematoma al seno?
La diagnosi è puramente clinica. Detto con parole diverse, si basa su segni e sintomi rilevabili durante una visita da parte del chirurgo. Non è necessario dilungarsi con esami diagnostici (es. ecografia).
- Un seno aumenta di dimensione in modo considerevole rispetto all’altro.
- Può essere accompagnato da una colorazione rosso-violacea della cute, soprattutto in basso e lateralmente rispetto al seno. Ma non necessariamente, nelle prime fasi in particolare.
- Causa un dolore acuto più o meno forte.
- Nella gran parte dei casi avviene nelle prime 12-24 ore anche se comparse tardive (giorni o alcune settimane) possono succedere.
Possibili cause di un ematoma al seno?
Prima di capire come evitare questo spiacevole compagno del post operatorio, è bene capirne le cause.
- Il trauma causato dalla creazione della tasca lesiona inevitabilmente vari vasi sanguigni. I quali però vengono fatti coagulare prima di introdurre la protesi.
- Può capitare che questi però inizino di nuovo a sanguinare spontaneamente ore o giorni dopo l’intervento.
- A volte a causa di sforzi muscolari fuori luogo oppure a picchi ipertensivi di varia origine. Altre volte non viene riscontrata una vera ragione.
Scongiurarne la formazione, prima…
- In primis non bisogna assumere farmaci con potere anticoagulante nei giorni precedenti l’intervento. Nessuno, nemmeno i più comuni come l’aspirina.
- Se proprio senti il bisogno di calmare un dolore nella settimana precedente o successiva la chirurgia, chiedi al chirurgo che ti darà valide alternative.
- La capacità coagulante del sangue dovrà essere valutata con degli esami ematochimici precedenti la chirurgia.
- Da sospendere anche integratori e preparazioni alle erbe o omeopatiche che avessero, tra le loro peculiarità, quella di rendere il sangue più “fluido”. Detto più tecnicamente, con minore capacità coagulante. Siccome, in realtà, spesso non si sa bene quali possibili effetti collaterali abbiano tali preparati a seconda dell’individuo, il mio consiglio, purtroppo dato dall’esperienza e un poco tranchant, è di sospenderli tutti completamente nei 7 giorni precedenti la chirurgia. Non succederà nulla di grave con 7 giorni senza “integrazione”.
- Potresti forse aver sentito che, a questo proposito, talvolta venga usato un drenaggio posto nella tasca in cui è inserita la protesi. Tuttavia non è mia pratica farlo. L’esperienza negli anni (e non solo mia, ovviamente) mi dice che tali ausilii in realtà non aiutano a prevenire alcun ematoma. Se vuoi approfondire questo argomento ti consiglio: “A cosa serve il drenaggio al seno dopo un intervento di Mastoplastica?”.
- Evitare di eccedere con l’alcol i giorni precedenti l’intervento.
…e dopo
Una volta sostenuto l’intervento, nelle chirurgie al seno, come per tutte le altre, è il paziente stesso a essere fautore della guarigione. E’ dunque lui a dover “monitorare” la propria situazione e segnalare eventuali “anomalie”. Ma per evitare “imprevisti” ci sono semplici accortezza da seguire. Vediamole.
- Utilizzare il reggiseno contenitivo e fasce compressive è fondamentale. Eviterà che tra i tessuti si crei spazio utile ad accumuli di fluidi.
- L’importanza di questo capo è poliedrica, te ne parlo qui:“Reggiseno post mastoplastica, per quanto tempo utilizzarlo?”.
- Evita sforzi soprattutto nella parte superiore del corpo. La muscolatura deve guarire, ma anche la pressione sanguigna deve essere tenuta sotto controllo. Mentre la parte inferiore può e deve essere mossa sin da subito, con le modalità e le tempistiche che vengono descritte alla dimissione.
- Instaura un dialogo aperto col tuo chirurgo in modo da rendere per lui più semplice aiutarti e consigliarti.
Come affrontare il dolore
Il dolore dopo la mastoplastica additiva è la norma.
Ciò che cambia molto tra una paziente e l’altra è la intensità con cui tale sintomo si manifesta e viene percepito.
In genere, seguendo dettagliatamente la terapia antidolorifica proposta, senza interpretazioni di vario genere, lo si riesce a contenere in una condizione di tollerabilità fin dal primo giorno.
Nonostante ciò, ci sono pazienti che assumono antidolorifici per 1 o 2 giorni solamente. E altri che proseguono anche per una settimana.
I fattori che entrano in gioco a spiegare questa differenza sono:
- Soglia individuale di sopportazione dolore. Inevitabilmente, aggiungerei.
- Traumaticità dell’atto chirurgico.
- Posizionamento della protesi, sottoghiandolare vs sottomuscolare. La seconda tende a sollecitare di più le terminazioni nervose.
- Eccessivo gonfiore post operatorio.
- Eccessiva immobilità post intervento. Per esempio, lo stare a letto tutto il giorno dell’intervento e magari anche il successivo. Il riprendersi sarà poi ben più arduo. Muoversi fin da subito (con cautela, va da sè) è una regola che applico a qualsiasi chirurgia.
Qualche altro consiglio per una corretta guarigione del seno la puoi trovare in:“Cosa non fare dopo l’intervento di mastoplastica addittiva?”.
Gli ematomi nel post operatorio della Mastoplastica additiva sono possibili, ma non sono certamente la norma. Ad ogni modo sia il chirurgo che la paziente possono collaborare per scongiurarne la formazione. Il dolore è invece inevitabile, ma ragionevolmete controllabile con semplici antidolorifici.
Una volta guarito il seno, queste possibili eventi collaterali tendono a divenire un lontano ricordo, offuscato dalle gioia per le nuove forme.
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Per una conoscenza realmente a 360 gradi ti consiglio invece il mio nuovo libro: “Mastoplastica Moderna”.
Mentre se preferisci che sia io ad accompagnarti in questo viaggio, contattami, ti condurrò verso l’esaudimento del tuo sogno.