Se in un discorso sentiamo accomunati “petto” e “chirurgia estetica”, con buona probabilità la nostra mente pensa ad una chirurgia del seno femminile. E molto spesso lo è. Ma può essere anche il petto maschile a non soddisfare. E anche in questo caso il chirurgo può essere un valido aiuto.
Come i canoni della bellezza femminile sono in continuo divenire, così, soprattutto negli ultimi anni, anche quelli maschili. Un pettorale tonico e delineato è ormai irrinunciabile se si vuole essere attraenti. Ma non per tutti averlo è solo questione di allenamento. Arriva allora la chirurgia a colmare le carenze naturali o a eliminare gli eccessi.
Di seguito vorrei spiegare i possibili inestetismi e come la chirurgia estetica possa essere un ottimo alleato per rendere soddisfacenti anche i pettorali dell’uomo.
Il petto nel corpo umano
Il petto femminile e maschile hanno la medesima composizione: pelle, ghiandola mammaria, adipe e muscoli pettorali. Ciò che fa la differenza è lo sviluppo e la proporzione delle singole parti.
- Nell’uomo, durante lo sviluppo, la ghiandola mammaria non dovrebbe crescere. Al contrario di quella femminile.
- Sono i diversi ormoni a dare esiti differenti tra i due sessi.
- Anche l’adipe tende a concentrarsi più nel petto femminile e meno in quello maschile. In una situazione simile di percentuale di massa grassa.
- Eccoci infine ai muscoli pettorali, posizionati profondamente e distesi sulle coste.
- Sono coperti da una membrana fibrosa di tessuto connettivo, dalla ghiandola mammaria e dal tessuto adiposo sottocutaneo.
- Sono composti da 2 gruppi muscolari: il “grande pettorale”, più voluminoso, e il “piccolo pettorale” sotto di esso .
Perchè modificare il petto?
Sono tre le principali motivazioni per cui un uomo si sente a disagio con la propria regione pettorale e decide di ricorrere chirurgia estetica.
- Poco volume muscolare, che può essere:
- congenito, e allora parliamo di ipoplasia, ovvero di incapacità di sviluppare il muscolo anche con esercizi appositi.
- Semplicemente dato da una mancanza di esercizi mirati. Detto diversamente, ipotrofia muscolare.
- Troppo tessuto adiposo. Che si concretizza in un petto femmineo, ovvero con mammelle più o meno evidenti. Definite anche come ginecomastia falsa. Generalmente correlata a uno stile di vita scorretto.
- Ipertrofia della ghiandola mammaria, vale a dire uno sviluppo molto ovvio della mammella. La chiamiamo ginecomastia vera.
- Abbastanza tipicamente la si inizia a riscontrare nell’adolescenza.
- Ma anche in altre fasce etarie, magari correlata a sbilanciamenti ormonali o all’assunzione di farmaci.
Con ginecomastia, dal greco, ci si riferisce a colui “che ha mammelle da donna”. Condizione che può essere passeggera oppure definitiva. Per indagare questa poco gradita alterazione ti rimando al mio scritto: “Come capire se è Ginecomastia: scopri come riconoscerla”.
Il petto maschile e la chirurgia
Fortunatamente la chirurgia può essere di ausilio. Tuttavia se la situazione fosse patologica, meglio prima individuarne la causa. E solo in seguito pensare a un intervento.
- Qualora il problema fosse il poco volume, la soluzione primaria non è, in realtà, chirurgica. Si deve invece cercare di intraprendere un programma di potenziamento muscolare che miri a generare una ipertrofia del muscolo grande pettorale. Il che può essere svolto solo con dei lavori progressivi contro una resistenza. Succede però che a volte ciò non riesca a ottenere il risultato voluto. Ecco allora la richiesta di aumentare i volumi chirurgicamente usando delle protesi.
- Se, all’opposto, fosse la grandezza e la protusione a preoccupare, ci troveremmo nel caso della Ginecomastia, vera o falsa che sia. La chirurgia qua, invece, gioca un ruolo decisamente primario.
Vediamo allora queste soluzioni chirurgiche. Prima di pensare al bisturi, però varrebbe la pena valutare anche tecniche meno invasive, pur se risolutive solo in particolari casi, te ne parlo in:“Intervento Ginecomastia: come ridurre il seno maschile senza chirurgia?”.
Migliorare il petto con le protesi
Non è una chirurgia concettualmente di molto differente dalla Mastoplastica additiva femminile pur presentando delle differenze.
- Risolve il primo caso descritto nel paragrafo precedente, vale a dire la mancanza di volume.
- Non ricrea un pettorale mancante, ma ne riesce solo ad aumentare il volume e proiezione
- Nello specifico è tipicamente ricercata dai bodybuilder che non riescano a ottenere i volumi sperati con le varie metodologie di allenamento esistenti. Ma anche per uomini non focalizzati allo sviluppo della propria massa muscolare. Che però abbiano un petto particolarmente poco proiettato e delineato.
La chirurgia
- Il primo passo è la scelta delle protesi. Fatta ovviamente prima dell’intervento e in comunione col chirurgo.
- La proiezione aggiuntiva ricercata generalmente spazia tra 1 e 2 cm circa.
- Rispetto alle donne si usano protesi più piccole e dalla forma più piatta.
- La chirurgia dura dai 45 ai 90 minuti.
- Si può operare in sedazione più anestesia locale oppure in anestesia generale.
- Le dimissioni avvengono il giorno stesso nella gran parte dei casi.
- L’incisione può essere posizionata nel solco inframammario oppure, più comunemente, ascellare. Lunga tra i 3 e i 4 cm.
- A differenza del mondo femminile, esiste solamente un tipo di posizionamento: retromuscolare. In modo che la protesi possa seguire appieno la contrazione del muscolo pettorale. Effetto, questo, che si cerca invece di limitare o evitare nella donna.
- Prima che il paziente esca dalla sala operatoria si suole mettere una guaina contenitiva a limitare il gonfiore. Lo accompagnerà per un mese circa.
- Il post operatorio è piuttosto semplice:
- Una settimana per tornare al lavoro, se non implica l’utilizzo importante delle braccia. Al contrario si può estendere sino a 4 settimane.
- L’attività fisica può essere iniziata a tre settimane, ma solo per la parte inferiore del corpo. Per poter allenare la parte superiore invece bisogna attendere le canoniche sei settimane, come per le donne.