Le nuove tecniche della Chirurgia Estetica che dovresti conoscere

Le nuove tecniche della Chirurgia Estetica che dovresti conoscere

Il sapere umano è in continua evoluzione. In alcuni campi ciò avviene in modo molto rapido e lampante. Tra questi possiamo certamente includere la Medicina, nelle sue specializzazioni. Compresa quindi anche la chirurgia plastica e le sue varie branche di applicazione, tra le quali troviamo la chirurgia estetica. La quale si è abbastanza evoluta nel tempo.

Le nuove tecniche di chirurgia estetica tendono a renderla più precisa sull’inestetismo, meno invasiva e con un  recupero via via più agevole.

Ciò che ha permesso questa evoluzione è sicuramente stato in parte merito anche del progresso tecnologico. Dai nuovi macchinari ai nuovi materiali.

La chirurgia estetica oggi

Sebbene in parte sdoganata, la chirurgia estetica è ancora un taboo per molti.

Non raramente, ancora, la si dipinge come qualcosa legato solo alla vanità. Un capriccio costoso adatto a pochi.

In realtà la maggior parte dei pazienti che vedo giornalmente sono “persone della porta accanto”. Che non vogliono stravolgersi, ma “fare pace” con il loro corpo nel modo più naturale possibile.

Ed è proprio verso la naturalità del risultato che la chirurgia è progressivamente andata.

  1. Interventi più conservativi.
  2. Cicatrici e edemi ridotti al minimo.
  3. Materiali biocompatibili.
  4. Nuovi “device” che aiutano il chirurgo.
  5. Farmaci dell’anestesia con meno effetti collaterali nel post-operatorio tali da permettere un più rapido recupero.

Tutto ciò perchè il cambiamento “non si veda”. Si punta sempre più a un risultato che sia naturale, il meno possibile finto.

Ci sono però ancora situazioni in cui il chirurgo acconsente a richieste quantomeno bizzarre, per non dire altro. Se ti può interessare capire meglio a cosa possono portare chirurgie eseguite senza alcun rispetto dei principi della naturalità e dell’armonia del risultato, ti consiglio: “Chirurgia Plastica Estrema: i rischi per la salute”.

Vediamo ora  le nuove tecniche e i nuovi ausili che stanno accompagnando la chirurgia estetica nella sua evoluzione.

Le protesi stanno cambiando….

Nel campo delle protesi mammarie, dopo un paio di decenni, sta finalmente cambiando il modo di concepirle. La ricerca è sempre più volta al raggiungimento di un risultato naturale che non sia più solamente “visivo”. La massima espressione di questo è sempre stata la protesi anatomica o a “goccia”.

Ottima per far apparire il seno molto naturale. In una posizione verticale e solo in quella, però. Grazie a una protesi avente una forma predefinita e poco o per nulla mutabile cambiando la posizione del corpo. Il tutto permesso da un gel di silicone necessariamente più duro e compatto. Altro aspetto, questo, di scarsa naturalità. Non più “visiva” ma al tatto, questa volta.

Le nuove protesi ergonomiche

Un modo diverso di concepire l’aumento di  seno è stato introdotto dalle protesi Ergonomix prodotte da Motiva.

Esse stanno “resettando” un poco il mondo della mastoplastica additiva.

  1. Hanno in sè un gel più morbido. L’ultimo prodotto, in ordine di tempo, per le protesi di seno. Tale caratteristica apporta a sua volta tre importanti vantaggi:
    • Morbidezza, e con essa maggiore naturalità al tatto.
    • Possibilità di essere introdotte attraverso incisioni (e quindi cicatrici) più corte.
    • Capacità del gel di seguire i movimenti del corpo distribuendosi all’interno dell’involucro a seconda delle posizioni del corpo della paziente. La chiamiamo naturalità dinamica.
  2. Hanno un involucro doppiamente rinforzato. Per scongiurare meglio il rischio di eventuali rotture nel tempo, benchè sempre possibili. Ci sarà ancora bisogno di conferme statistiche ma è verosimile che questo dato possa influenzarne la durata. Su questo argomento ti propongo:“Sostituzione protesi al seno: ogni quanto si cambiano?“.
  3. La superficie di tale involucro è  nanotesturizzata.
    • Si sta molto parlando, in questi ultimi anni, dei problemi potenziali correlati a protesi testurizzate. Le quali hanno rappresentato lo “stato dell’arte” dagli anni novanta in poi.
    • Ebbene, non sembrano rappresentarlo più così tanto. Le raccomandazioni oggi paiono virare verso una superficie della protesi che sia meno aderente al tessuto mammario.
    • Il massimo, da questo punto di vista, è rappresentato dalle protesi lisce. Che però hanno notoriamente un alto indice di contrattura capsulare.
    • Ecco che le “nanotesturizzate” si stanno creando uno spazio importante nella scelta dei chirurghi.  Esse sono lisce al tatto (macroscopicamente) ma dotate di una finissima testurizzazione non visibile a occhio nudo. Che pare capace di ridurre in modo molto sostanziale il rischio di contrattura capsulare. Senza, al contempo, essere causa della più spiccata infiammazione cronica tipicamente correlata con le protesi che creano una adesione forte con i tessuti mammari.

Se ti interessa approfondire la conoscenza di queste protesi, ti consiglio di leggere:“L’evoluzione della protesi ergonomica Motiva”.

Se oltre a ciò volessi approfondire la conoscenza della  chirurgia estetica  del seno a 360° ti segnalo il mio nuovo libro, da poco uscito ma già Bestseller Amazon :”Mastoplastica Moderna”.

Il grasso corporeo, l’amico inaspettato

L’adipe corporea è sempre stata vista come qualcosa di negativo. La tendenza è sicuramente quella di rimuoverla.  E lo si può fare con la liposuzione. Non certo quella di “aggiungerla”.

Quando invece si inietta il tessuto adiposo aspirato parliamo di  Lipofilling.  Letteralmente riempire con il grasso. Non possiamo definirla un’ idea nuova o originale. Lo si fa da vari decenni. Semplicemente le tecniche per farlo si sono evolute negli ultimi 10-15 anni, anche basandosi sulla teoria di trarre beneficio dalle cellule staminali in esso contenute.

  • Questa tecnica prevede di utilizzare il grasso autologo per creare volume, come i classici Filler.
  • Può essere applicata a tutto il corpo, dal viso al seno, dai glutei a generiche depressioni.
  • Risulta biocompatibile e quindi accettabile ed accettata al 100%. Come non potrebbe essendo del paziente stesso? In merito a questo concetto di proporrei di leggere: “Il grasso corporeo: nemico o alleato?”.

Ovviamente ci sono anche degli svantaggi nella scelta di questa tecnica. I principali sono i seguenti:

  1. necessita di una liposuzione iniziale, unico mezzo per reperire il grasso. Se ti interessa conoscere meglio questa chirurgia: “Scopri la liposuzione”.
  2. Il tessuto adiposo, una volta prelevato, va ottimizzato, ovvero filtrato e pulito. E ciò fa sì che una parte del volume si perda.
  3. Viene in parte riassorbita dall’organismo. Tanto che, solitamente, si parla sempre di almeno due step chirurgici  per ottenere il risultato.

Te ne parlo anche nell’articolo:“Innesto di grasso: vantaggi e limiti”.

La trovo particolarmente utile come un  “plus“, in aggiunta ad altri interventi. Nella chirurgia di ringiovanimento facciale, per esempio. Oppure quando eseguo la Mastoplastica Ibrida. A questo proposito, per approfondire potresti leggere:“Mastoplastica additiva con grasso o protesi?”.

Una rinoplastica più “conservativa”

Da qualche anno si sta facendo spazio la rinoplastica preservatrice.

Essa mira a ridurre il tempo di recupero post-operatorio, riducendo il gonfiore e lividi periorbitali, caratteristici della rinoplastica tradizionale. Oltre a ridurre il rischio di irregolarità che potrebbero portare a un intervento correttivo.

Le sue caratteristiche principali sono le seguenti:

  • Minore aggressività nel ridurre la struttura cartilaginea, preservandone buona parte.
  • Il momento più caratteristico di questa tecnica è il modo di ridurre la “gobbetta” o gibbo sul dorso. Per capire meglio, immaginiamo che il dorso del naso sia un tetto con i suoi spioventi.
    • Classicamente questo viene fatto eliminando il vertice del dorso (o del tetto) per poi richiuderlo eseguendo le fratture.
    • Nella rinoplastica preservatrice “il tetto” viene abbassato riducendo gli spioventi alla base. Senza toccarne il vertice. Ciò mette al riparo dalle irregolarita del dorso post-rinoplastica, peraltro non rare.

Presenta ovviamente anche degli svantaggi:

  • la tecnica è tendenzialmente più indaginosa e laboriosa. Quindi necessita di un tempo operatorio più lungo.
  • Non è adatta per ridurre grosse “gobbette”, nasi molto deviati oppure già operati.

Siccome non è da molto che viene utilizzata, sarà importante avere studi statistici più ampi per confermarne o meno l’efficacia.

Per concludere sulle nuove tecniche della Chirurgia Estetica

Queste sono a parer mio le principali innovazioni nel campo della chirurgia estetica degli ultimi anni. Anche se, a livello di “marketing” e dintorni, se ne potrebbero trovare molte di più. Non posso ovviamente basarmi su quello, tuttavia.

Concludendo, se  questo articolo ti ha acceso delle curiosità sul mondo della chirurgia estetica,“Scopri tutti gli interventi di chirurgia estetica!”.

Se non hai le idee chiare su come approcciarti a questo mondo e vuoi una guida esperta, contattami, pianificheremo il tuo viaggio verso il miglioramento.

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