Se esiste un aspetto che meno gioca a favore della reputazione della chirurgia plastica, è il portarla alla sua forma estrema.
Svilupperei questo argomento valutando tre aspetti: la condizione psicologica del paziente, la coscienziosità del chirurgo e gli effetti di chirurgie multiple sul corpo ed i loro rischi.
Questione psicologica
Vediamo alcuni dei tratti di chi aspira ad estremizzare i risultati che ottenibili con la chirurgia.
- I pazienti che arrivano a richiedere interventi di chirurgia plastica estrema sono persone che non riescono a ritrovarsi nel proprio aspetto, nella propria identità. Sono alla continua ricerca di cambiamenti, anche minimi. Nella speranza che sia l’ultimo. In realtà non raggiungono mai uno stato di piena soddisfazione.
- Ecco che ad un intervento ne segue un altro. E poi un altro ancora. E così via. Non si finisce mai.
- Si muovono nel tentativo di voler somigliare a qualche personaggio famoso. Oppure per soddisfare dei canoni di bellezza molto discutibili.
- Essi hanno una loro idea di come dovrebbe essere un corpo dalle fattezze piacevoli. Hanno i loro particolari canoni di “perfezione” e bellezza. Ed a quelli ambiscono.
- Sono spesso persone molto appariscenti caratterizzate da eccesso, non solo nei cambiamenti che vorrebbero ottenere in sala operatoria, ma anche nel vivere la propria socialità.
E’ per questo che un cammino con uno psicotarapeuta avrebbe l’importanza di cercare almeno di definire le ragioni che portano a stravolgere il proprio aspetto in modo ossessivo. Quasi con un carattere di urgenza. E magari arrivare a proporre un percorso terapeutico a cambiare il modo di percepire il proprio corpo. Sono infatti persone che soffrono molto. Purtroppo solo un tale tipo di approccio sarebbe la loro salvezza.
Coscienziosità del chirurgo
Questi pazienti spesso non sono difficili da identificare, fin dall’inizio.
- Le loro richieste sono piuttosto bizzarre e fuori dalla norma.
- Non ricercano l’armonia e l’equilibrio delle forme. La naturalità del risultato è un qualcosa dal quale tenersi ben distanti.
- Hanno una idea di bellezza che poco combacia con ciò che normalmente il chirurgo propone.
- Propongono foto di altre persone, più o meno note, a cui vorrebbero assomigliare.
Considerando che i cambiamenti voluti richiedono molti interventi consecutivi, il chirurgo avrebbe di fronte varie occasioni per fermarsi e non continuare il folle cammino.
Durante il percorso di studi in medicina, il principio Ippocratico del “primum non nocere” viene ripetuto allo sfinimento. Purtroppo quando si accetta di fare tutti questi interventi nel tentativo di reinventare una nuova apparenza, il rischio di recar danni permanenti e non più correggibili è alto. Solo per questo uno dovrebbe avere l’accortezza e la forza di fermarsi.
Se da un lato si può anche presupporre che il primo moto del chirurgo sia quello di aiutare realmente questi pazienti che, come già detto, soffrono molto, dall’altro non si può nascondere il fatto che tale richiesta di interventi in serie sia una grande fonte di profitto. Essi infatti sono pazienti che ossessivamente passano da un intervento al successivo. Tutto questo per dire che bisogna considerare anche l’avidità del professionista nel rendersi disponibile a queste estremizzazioni gioca inevitabilmente un certo ruolo.
Ecco che rivolgersi ad uno specialista che abbia la giusta professionalità sia sempre uno degli step raccomandati a chi si avvicina alla chirurgia estetica. Puoi leggere qualche informazione in più a questo riguardo in: “Come scegliere il chirurgo plastico? I 5 fattori da considerare”.
Effetti di chirurgie multiple sul corpo
I più tipici interventi che potremmo includere nella “categoria” di chirurgia plastica estrema riguardano il viso. Tipicamente coinvolgono le seguenti aree, con deformità che possono arrivare al grottesco:
- Labbra
- Naso
- Zigomi
- Occhi ed arcata zigomatica
- Mento
- Contorno mandibolare
Nel resto del corpo abbiamo ovviamente il seno che arriva a raggiungere volumi spropositati. Ma anche i glutei.
Negli uomini poi, oltre al viso, sono comuni protesi ad aumentare l’ “apparente” volume muscolare, soprattutto di braccia, spalle e petto.
Detto questo farei però più un discorso generale su cosa vuol dire sottoporsi a continue chirurgie nella stessa area corporea, come è tipico in particolare per gli stravolgimenti del viso. La chirurgia, per quanto raffinata, è un importante atto traumatico che crea delle lesioni nei tessuti dell’area in cui è avvenuta l’operazione.
Il nostro corpo ha un unico modo per guarire gli effetti di un trauma. E’ quello di formare un tessuto cicatriziale. Con esso non intendo solo le cicatrici visibili ad occhio nudo ma anche quelle che si instaurano negli strati tissutali sottostanti la pelle. Tale tessuto di riparazione fibrotico- cicatriziale, oltre ad essere meno elastico, ha una spiccata capacità di retrazione nel tempo. Ma non lo fa in modo prevedibile. E’ quindi capace di distorcere anche significativamente un naso durante mesi ed anni, per esempio. Oppure una protesi del viso sottocutanea (es. mandibola, mento, zigomi). Tale da creare delle alterazioni della forma molto difficili da correggere poiché i tessuti operati più volte, come visto, sono meno elastici e quindi meno malleabili e governabili.
In altre parole, più si opera in una stessa area, più difficile e imprevedibile è arrivare al risultato che ci si prefigge con l’intervento. Insomma, ci sono dei concetti base che vengono completamente trascurati come se i tessuti fossero di materiale continuamente rinnovabile e modificabile. Nella realtà la loro qualità va sempre peggiorando. Questo è il meccanismo principale per cui si entra spesso in un circolo vizioso di continue correzioni e revisioni senza riuscire a venire a capo della situazione. A cui si aggiunge la volontà del paziente di alzare continuamente l’asticella del cambiamento.
Da qui la spiegazione a quei visi deformati che l’onnisciente “Mr Google” sempre ci mostra quando gli chiediamo lumi sulla estremizzazione della chirurgia plastica.
Concludendo
Quello esposto è il mio pensiero sulla chirurgia plastica estrema, con i rischi che essa comporta.
Pertanto non penso di essere un interlocutore adatto a chi avesse intenzione di usare la chirurgia estetica per stravolgere i propri tratti corporali. Rispettare l’armonia dei volumi e delle forme è uno tra degli insegnamenti più importanti ai quali cerco di attenermi sempre.
Il mio forte consiglio per questi pazienti è almeno di confrontarsi prima con psicoterapeuta specialista in questo genere di difficoltà nell’identificarsi nel proprio corpo.
Detto ciò, la chirurgia potrebbe essere invece un ottimo aiuto per l’accettazione di se stessi, se quello che lo impedisce è limitato nel numero di interventi da effettuare. Oltre che essere accompagnato dall’idea di non stravolgere nulla.
Per avere una panoramica su quello che la chirurgia offre nella grande maggioranza dei casi, potresti leggere: “Scopri tutti gli interventi di chirurgia estetica!”.
Se invece hai già ben chiaro cosa non ti piace e vorresti un consulto specifico, contattami.